Venerdì 27 ottobre 2023 alle ore 17:00, nell’ambito del ciclo di incontri su “Gioacchino da Fiore nella cultura del Novecento”, si terrà un evento culturale su “Umberto Eco, Gioacchino da Fiore e l’Apocalisse nel medioevo”. Dopo l’introduzione di Gian Luca Potestà, ordinario di Storia del cristianesimo all’ Università Cattolica di Milano e  direttore del Comitato scientifico del Centro Studi, relazionerà Michele Lodone , docente di Storia medievale presso l’ Università di Modena e Reggio Emilia ed autore dell’ interessante opera “I segni della fine. Storia di un predicatore nell’ Italia del
Rinascimento” , pubblicata dalla Viella di Roma.

I lavori si svolgeranno nella Sala didattica del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, ubicata nell’ ala monastica dell’ Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore, e saranno conclusi da Giuseppe Riccardo Succurro, presidente del Centro e direttore della Scuola di formazione gioachimita. Il seminario approfondirà ” le reincarnazioni di Gioacchino” nella produzione letteraria di Umberto Eco. A oltre quarant’anni dalla sua pubblicazione, Il nome della rosa (1980) è ancora per molti lettori il primo riferimento che viene in mente quando si parla di medioevo.

Come è stato notato più volte, il fascino e il successo del romanzo dipendono anche dalla capacità di Umberto Eco di raccontare fatti o personaggi medievali con un occhio al presente. Eco stesso ha alluso in varie occasioni alle analogie tra le vicende narrate nel romanzo e il contesto politico italiano degli anni ’70, tra le attese apocalittiche destate dalle dottrine di Gioacchino da Fiore e le speranze nell’avvento di un mondo più giusto.

Ma in che senso si può parlare di analogie? Partendo dalla lettura del romanzo e di alcuni saggi scritti da Eco prima e dopo Il nome della rosa, l’ intervento di Lodone mette a fuoco l’attualità del millenarismo medievale nella cultura europea di quegli anni e propone un confronto tra i modi in cui l’ “attesa del Millennio” è vista da Eco e dalla sua principale fonte sull’argomento, The Pursuit of the Millennium pubblicato nel 1957 da Norman Cohn e pochi anni dopo tradotto in italiano come I fanatici dell’Apocalisse.

Dalle pagine di Eco emergono così due prospettive diverse ma complementari: da un lato il giudizio negativo sulla violenza provocata dal fanatismo apocalittico, tanto reazionario quanto rivoluzionario; dall’altro la distinzione tra la certezza di chi crede ai segni, e la possibilità di errore – ma anche l’apertura al nuovo – di chi cerca di investigarli.–