In una lettera che la Segreteria di Stato del Vaticano ha inviato al Presidente del Centro internazionale di studi gioachimiti , il Santo Padre ringrazia per “il pregevole quadro riproducente i Cerchi Trinitari nonché per alcune pubblicazioni sulla figura dell’Abate Gioacchino da Fiore ” consegnate nelle sue mani nell’ Udienza dello scorso aprile.  Nel corso del colloquio, il  Papa è rimasto molto contento per la preghiera scritta da una bimba sangiovannese ; meravigliato per i colori vivaci delle Tavole del Liber Figurarum colorate da alunni delle nostre scuole; molto sorpreso dalla targa raffigurante i Cerchi trinitari . Ha ringraziato per il libro di Gioacchino da Fiore, La Concordia dell’Antico e del Nuovo Testamento a cura di Gian Luca Potestà, per quello di Isabella Pizzi e per “Il libro delle figure di Gioacchino da Fiore raccontato ai suoi fiori”. ” La Concordia del Nuovo e dell’Antico Testamento” è l’opera più ambiziosa e innovativa di Gioacchino da Fiore, che vi sviluppa in dettaglio la propria teologia della storia.
Al centro di essa sta la ricerca e messa alla prova di una chiave ermeneutica capace di cogliere e manifestare i significati profondi del dinamismo storico alla luce della Bibbia. Gioacchino la trova in un’originale rilettura della nozione di concordia. Nella precedente tradizione esegetica essa indicava la relazione fra i due Testamenti:  il Nuovo è in armonia con l’ Antico, rappresentandone il superamento e pieno inveramento; proiezioni interpretative sui tempi successivi alla venuta di Gesù erano di fatto escluse. Per Gioacchino lo schema di corrispondenze è non più fra due complessi testuali ben definiti e chiusi in sé stessi, bensì fra serie di soggetti e di vicende posti specularmente alla medesima altezza nel computo temporale delle rispettive generazioni. La teologia della storia assume il ritmo di un’ aritmetica storico-salvifica. Di fatto viene così creata una tela di fondo entro cui potranno trovare posto anche gli eventi futuri: il teologo si fa profeta. Gioacchino lavorò per oltre quindici anni alla “Concordia dell’Antico e del Nuovo Testamento” , rivedendola continuamente. Impresa totale perseguita ai limiti dell’ossessività, l’opera si presenta come una mappa dell’intera storia della salvezza riletta in prospettiva trinitaria, dalla Creazione sino agli eventi finali attesi come imminenti.  Desumendo le proprie notizie sia dalla Bibbia sia dai racconti e dalle cronache di cui dispone, Gioacchino crea un affresco grandioso:  un arsenale di schemi e figure apocalittici,
di attese sabatiche, di convinzioni messianiche e istanze riformatrici della Chiesa e del monachesimo cistercense destinati a improntare le attese religiose, filosofiche e politiche dell’Occidente europeo fino ai nostri giorni. La somma dei primi quattro libri della Concordia, tradotti e commentati in questo primo volume, equivale per ampiezza al quinto e ultimo, la cui traduzione italiana è destinata alla pubblicazione in un volume successivo.
La traduzione dal latino ed il commento introduttivo sono opera del direttore del Comitato scientifico del Centro internazionale di studi gioachimiti, Gian Luca Potestà, ordinario di Storia del cristianesimo all’Università Cattolica di Milano, studioso di profetismo, apocalittica e messianismi dell’Occidente medievale. Il testo è pubblicato nella collana del Centro, Opere di Gioacchino da Fiore, pubblicata dalla Casa editrice Viella di Roma e curata dal prof Marco Rainini.