Organizzato dal Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo ( Centre Jean Leclerq) e dall’ Institut des Sources Crètiennes, si è tenuto a Roma l’ interessante convegno “Essere un santo alla metà del XII secolo. Intorno alla ‘Vita Prima ‘ di Bernardo di Clairvaux“. Il prof Lorenzo Braca, in rappresentanza del Centro internazionale di studi gioachimiti,  ha svolto un’apprezzata relazione su  “ La conoscenza delle opere di Bernardo di Clairvaux nella seconda metà del XII secolo: il caso di Gioacchino da Fiore“.

Lorenzo Braca , nel suo intervento, ha indagato l’influenza del pensiero e dell’azione di Bernardo di Clairvaux nella produzione dell’abate calabrese Gioacchino da Fiore.  Bernardo è l’unico autore contemporaneo che Gioacchino cita per nome. I riferimenti appaiono prevalentemente in due contesti:

1) nella sua teologia apocalittica della storia, nella quale Bernardo è una figura cardine del monachesimo occidentale assieme a Benedetto da Norcia;
2) nella difesa di una corretta teologia trinitaria contro quanti introducano in Dio una quaternitas.

L’influenza dell’abate di Clairvaux fu assai profonda e contribuì in maniera determinante a informare il pensiero di Gioacchino; ciò è dimostrato non solo dai richiami diretti a Bernardo e ai suoi scritti – primo tra tutti il ‘De consideratione ad Eugenium papam’ – ma anche dai numerosi legami tematici e terminologici che si possono rintracciare tra le opere dei due abati.